Sunday, June 22, 2014

A spasso per...Majuro, Isole Marshall

Inizia, con questo articolo, una serie di tour virtuali delle città e delle isole più interessanti dell'Oceania.

Come specificherò anche in seguito, tutte le fotografie che troverete in questi articoli, sebbene non protette da copyright, non sono state scattate da me.
I contenuti con i quali i luoghi vengono descritti, inoltre, sono stati tratti da diversi articoli di giornale, racconti di viaggio e documentari, integrati fra loro con lo scopo di dare un'immagine il più obiettiva possibile di posti che, sfortunatamente, non ho ancora potuto visitare in prima persona. Non è comunque mia pretesa quella di dare un ritratto completo, mancandomi l'esperienza personale di viaggio, ma intendo semplicemente fornire informazioni per chi si incuriosisce al mondo del Pacifico.
Non cercherò, nè qui nè nei prossimi articoli, di nascondere i lati negativi che un luogo può avere: idealizzare l'Oceania, come fanno le agenzie amate dai visitatori che non colgono mai la vera essenza di un posto, non permette di cogliere tutto il bene -e il male- di un continente così unico e diversificato.

Oggi andremo a spasso per uno dei 34 atolli della Repubblica delle Isole Marshall: è Majuro, l'atollo più popolato, che riveste anche il ruolo di capitale.

Majuro atoll
Majuro dall'alto. Il nostro "tour" partirà da Laura

Majuro, o Majro, è un atollo appartenente a Ratak, uno dei due arcipelaghi che costituiscono la Repubblica delle Marshall.
Majuro è diviso in 64 isolette minori, con una superficie complessiva che non supera i 10 km quadrati, e ospita quasi 30 000 anime.
Una serie di fattori tra cui l'alta densità di popolazione, l'isolamento geografico e culturale dal resto del mondo e allo stesso tempo le influenze della società moderna hanno creato, in questo piccolo microcosmo nel mezzo del Pacifico, una realtà dove è possibile trovare, a poca distanza gli uni dagli altri, un bicchiere del tradizionale latte di cocco marshallese e un bicchiere di coca cola; abiti ricamati dalle anziane signore e maglie delle squadre di basket americane; una laguna turchese dove vivono coralli e pesci di ogni sorta e depositi di rifiuti che vengono "nascosti" alla vista dei più perchè nessuno sa come riciclarli.


Per arrivare all'affollata comunità di Dalap-Uliga-Darrit, la zona est di Majuro, il nostro tour inizierà dall'estremità occidentale, in quella località che, curiosamente, si chiama Laura.

Laura Beach
Spiaggia di Laura, vista verso il Pacifico


A Laura, Ļora in Marshallese, ci sono poche case immerse nella natura, la popolazione è in maggioranza occupata nella pesca o nell'allevamento e, tra il sole, la brezza dell'Oceano e i bambini scalzi che giocano per le strade, si avverte una tranquillità quasi totale. L'unica cosa che effettivamente potrebbe disturbare il viaggiatore è la presenza di cani, spesso randagi, che a volte possono sentirsi minacciati dalla presenza di stranieri.

Qui molte cose non sono cambiate rispetto a quando i primi europei approdarono su queste pacifiche isolette: forse oggi le capanne micronesiane sono diventate di più e sono rivestite con lamiere di zinco, forse è comparso qualche oggetto in plastica e forse, per farsi comprendere dagli uomini bianchi, i Marshallesi devono parlare uno strano idioma chiamato English, ma, per il resto, la vita scorre agli stessi ritmi, sotto gli stessi boschi di palme, sulle sponde dello stesso Oceano.

Way to Laura
La strada
Abbandoniamo Laura imboccando l'unica vera strada asfaltata dell'atollo di Majuro: 20 chilometri costeggiati da palme da cocco e alberi di banano, con qualche occasionale abitazione o campetto di pulaka (la patata dolce d'Oceania), fino ad arrivare ad Ajeltake, una località dove la larghezza dell'isola, tra il Pacifico da una parte e la laguna dall'altra, non è più di 10 metri: ben si comprende come lo spettro dell'aumento del livello del mare possa preoccupare la vita su questo atollo.
Alla nostra sinistra, appena più in là del sottile bosco di alberi, corre parallela alla strada la "Spiaggia delle 17 miglia", affacciata sulla laguna dell'atollo.

17 mile beach
La spiaggia delle 17 miglia intravista dalla strada












E dopo Ajeltake, eccoci all'Amata Kabua, l'aeroporto internazionale di Majuro, dedicato al primo presidente delle isole: più che aeroporto, qui vediamo una sola, stretta pista, che occupa per 2,5 chilometri l'intera larghezza dell'atollo in quel punto.

welcome in the marshall islands
Cartello di benvenuto
Dopo l'aeroporto, la strada asfaltata riprende, e noi siamo ormai arrivati al cuore della vita di Majuro: è la cosiddetta comunità D-U-D, ovvero i tre centri maggiori (Dalap - Uliga - Darrit) dell'atollo, nei quali hanno sede la maggioranza dei servizi, delle strutture amministrative e, ovviamente, anche dei Marshallesi.

Osservando dall'alto Dalap (Teļap in Marshallese) che ospita la maggioranza dei servizi, Uliga (Wūlka) dove si trova il porto, e Darrit (Rita) un quartiere residenziale,
l'impressione è che le tre comunità siano di fatto un unico centro, forse fin troppo abitato, ma di certo non monotono.

Delap street
Strada a Dalap con le bandiere di tutti i paesi dell'Oceania
Uliga - Lagoon
La laguna da Uliga





Uliga traditional canoe
A Majuro si trovano ancora delle canoe tradizionali




























I viaggiatori che passano per questa città segnalano spesso, da una parte, la bellezza dell'ambiente isolano e, dall'altra, la frequenza con la quale si possono trovare rifiuti all'esterno o sul retro delle case. Nel piccolo atollo, seppellirli non è possibile, e il riciclaggio non è ancora messo in pratica per la mancanza di infrastrutture, fondi e, ovviamente, anche a causa della poca volontà di sistemare il problema: i Marshallesi, che per millenni hanno vissuto in poche migliaia sulle loro isole senza mai dover fronteggiare la sovrappopolazione o il degrado degli atolli, si sono fatti trovare impreparati alla sfida ambientale quando la popolazione, lievitando, ha iniziato a chiedere più spazi e più cibo.

Waste in Majuro
L'altra faccia del paradiso: rifiuti in attesa del riciclaggio
Altro fattore curioso della capitale è il numero di taxi: per una tariffa fissa di 0,75 dollari, il tassista porta ovunque il cliente, che sia 100 metri più avanti o anche da Darrit fino a Laura, con più di 20 chilometri da percorrere. Non sorprende, dunque, che i Marshallesi abbiano pochi veicoli di proprietà (qualche pick-up arrugginito, poche moto e poche biciclette) e che molti di loro non godano di una perfetta forma fisica a causa dei frequenti spostamenti in macchina.

A Dalap-Uliga-Darrit, questa comunità nel mezzo del Pacifico, è possibile gustare piatti locali, come anche cucina asiatica, ma se siete tipi da fast-food, non vi troverete delusi nemmeno da questo punto di vista: la cultura del fast (o junk) food è arrivata anche qui, e gli abitanti delle Marshall stessi, soprattutto qui a Majuro, amano parecchio questi tipi di cibi (che, al di là del pesce e di qualche frutto, sono in effetti gli unici cibi economici disponibili nella capitale).

Altre attività che vi possono intrattenere da queste parti sono la pesca sportiva (ma la fauna marina di un atollo così popolato non è infinita, siate turisti responsabili), il surf, il semplice non-far-nulla-perchè-me-lo-merito in spiaggia, una bella nuotata nella laguna o una passeggiata per le (poche) vie cittadine, a caccia di souvenir, francobolli, delle pregiatissime perle marshallesi o di storie sulla cultura e la vita delle isole dagli abitanti -generalmente ospitali- che potrete incontrare da queste parti.
Se avrete fortuna, potrete imbattervi in qualche chiassosa e colorata festa locale, ma, se ciò non avvenisse, ricordatevi che la festa più grande, da queste parti ma anche nel resto dell'Oceania, è la messa domenicale, immancabilmente frequentata dalla gente e festeggiata con canti e balli di ogni tipo.

Dopo Darrit, macchine, moto e bici non servono più a nulla. Da qui in poi inizia il regno incontrastato e capriccioso del mare, che permette a solo poche isole, alcune così piccole da non avere nemmeno un nome preciso, di emergere dal suo ventre.
Ci sono prima Bokiur ed Ejit, rispettivamente 100 e 200 metri di larghezza, poi un concatenarsi di altre piccole isole dove la vegetazione la fa ancora da padrona, le case sono poche e, quando le si trovano, sono confuse tra i palmeti in fronte alla laguna azzurra.
Con una barca a motore o, meglio ancora, con una delle canoe tradizionali, seguiamo la successione delle isole, tra cui Enemanot, Eneko, Kiddenen, Calalin e, dopo una stupefacente barriera corallina, eccoci all'angolo nord-ovest di Majuro, l'estremità più incontaminata e paradisiaca, l'isola di Rongrong, dove il nostro tour, sfortunatamente virtuale, arriva alla sua conclusione.

Majuro è un atollo magnifico che, come spesso accade in Oceania, non ha fretta di pubblicizzarsi o particolare voglia di mostrarsi per qualcosa che non è: sono bellissime le sue spiagge, la laguna, il sole, la tranquillità che si può godere uscendo dalla grande città di Dalap-Uliga- Darrit, ma sono anche evidenti le contraddizioni della società, i problemi di sovrappopolamento, il caos cittadino e le difficoltà a mantenere in buone condizioni la fauna e la flora marina. Ma come ogni luogo in Oceania, anche Majuro va accettato e apprezzato per com'è...anche perchè, nel bene e nel male, non esistono posti uguali a questo in nessuna parte del mondo.

Islets
Isolette poco fuori Darrit

Wonderful Majuro lagoon
La magnifica laguna di Majuro

Calalin reef
Angolo di barriera corallina vicino a Calalin

Rongrong beach
La spiaggia di Rongrong


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