Thursday, July 10, 2014

L'Oceania è la patria dei tatuaggi! Storia, significato e fotografie del tatuaggio tra le isole del Pacifico

La tua collana può rompersi, l'albero di Fau può bruciare, ma il mio tatuaggio è indistruttibile. Il mio tatuaggio è una gemma permanente, che porterò con me nella mia tomba.

                  (Canzone di un tatuatore Marchesano, Polinesia Francese)

Non è l'unico, e forse nemmeno il più famoso, dei versi che nei paesi dell'Oceania sono dedicati al tatuaggio, da millenni una delle arti più importanti nelle isole dell'oceano Pacifico.
Per confermarlo, basta sapere che la stessa parola inglese tattoo, da cui poi deriva l'italiano tatuaggio, deriva da tatau, il nome con cui i disegni permanenti sul corpo erano chiamati in Polinesia.

DOVEROSA (MA BREVE!) INTRODUZIONE

Anche se l'intervento, come al solito incomprensibile, delle potenze europee ha bandito il tatuaggio dall'Oceania attorno all'800, la portata culturale e storica di quest'arte, soprattutto dopo la sua recente rinascita, è grandissima.
Popolazioni solite a tatuarsi sono attestate in Nuova Zelanda (Maori) e nelle Hawaii, e, per quanto riguarda le isole nel raggio d'azione di questo blog, tradizioni accertate sono quelle delle Isole della Società e delle Isole Marchesi (Polinesia Francese), delle Tonga, dell'Isola di Pasqua e soprattutto delle Samoa, l'unico luogo dove l'arte continua ad essere praticata come secoli fa, e dove, nonostante i missionari, nessuno ha mai smesso di tatuare e farsi tatuare, nemmeno a metà '800.

Il nostro viaggio sui tatuaggi non può quindi che avvenire a Samoa, forse la patria più antica, dove i tatuaggi venivano e vengono chiamati pe'a.

Il "PE'A", UNO DEI PIÙ ANTICHI TATUAGGI SULLA TERRA 

La tradizione del tatuaggio samoano si originò, secondo le leggende locali, dopo l'arrivo a Samoa di due donne di Fiji, che cantavano "le donne vanno tatuate, gli uomini no!". Il loro canto, mal compreso dalle tribù samoane, sarebbe stato interpretato proprio al contrario, tanto che il pe'a, quello vero, è un'esclusiva maschile, mentre le donne dovrebbero, secondo una tradizione diffusa anche qui, "solo sopportare i bambini". Ciononostante, con il tempo si è evoluto anche il malu, il tatuaggio per le donne samoane.

pe'a picture 2
Pe'a tipico realizzato
su un occidentale:
la tradizione si diffonde
anche oltreoceano
Il pe'a originale punta a rappresentare, sebbene la cosa non sia evidente, un pipistrello qui a Samoa noto come "flying fox", letteralmente "volpe volante".
Un pe'a è realizzato su ampie parti del corpo, spesso dall'addome fino alle caviglie includendo tutte le gambe (solo sulle cosce se si tratta del malu), diventando così il tatuaggio dei record, e non solo per grandezza.
Lo è per antichità, perchè la sua tradizione è vecchia, come minimo, 2500 anni.
Lo è per importanza: senza un pe'a, un samoano non è un vero uomo.
Lo è, purtroppo, anche per il dolore: l'incisione ed il taglio della pelle durante la realizzazione del disegno provocano un dolore che, secondo la tradizione samoana "un uomo nella sua vita non pareggerà mai un dolore così forte".

Il pe'a samoano viene realizzato con pezzi di legno, pezzi di gusci di tartaruga o denti di squalo, immettendo poi nella pelle un inchiostro di origine vegetale: la guarigione definitiva del corpo dai tagli impiega, in media, tra 6 mesi e un anno.
Questo nonostante la realizzazione del disegno sia commissionato ad un maestro esperto e quasi adorato dalla comunità, il tufuga ta tatau, assistito da un solo, un assistente che si occupa di pulire il sangue che esce dalle ferite (!!!) e da un tulafale, che si occupa di consolare e incoraggiare chi si sottopone alla tortura. La carica del mastro tatuatore, il tufuga ta tatau, è ereditaria.

pe' a picture 1
Altro pe'a: notare la
complessità delle linee
e delle forme, e il tanto
inchiostro...
La maggior parte dei tatuaggi è composta di forme geometriche, come linee, cerchi, intrecci tra di essi, e qualche simbolo naturalistico, per dare vita ad un effetto molto complesso ma per nulla casuale: un pe'a, oltre a rappresentare un animale tipico delle Isole Samoa, è il simbolo per un uomo della sua identità samoana e del suo stesso essere uomo di valore.
Ed è per questo che molti samoani si sottoponevano all'estremo dolore del pe'a: nella società Samoana, strettamente conservatrice e fiera della propria cultura, gli aumaga, "uomini senza tatuaggio", non potevano diventare matai, ovvero capi-villaggio, e chi possedeva un pe'a mutu, cioè un tatuaggio incompleto per paura del dolore, era considerato il peggiore dei codardi.

Anche se oggi la società delle Isole Samoa non tributa la stessa importanza nè ai mastri tatuatori nè al rituale in sè, occorre dire che l'impatto dei tatuaggi nella cultura è ancora molto forte, e un pe'a rimane simbolo di forza per tutti, nei villaggi come anche nella capitale di Apia.
Chi è un soga'imiti, ovvero chi ha appena concluso il proprio pe'a, è appena diventato un uomo seconda la concezione isolana, e ha dato tangibile dimostrazione a tutti della propria capacità di sopportare le avversità.

ALTRE TRADIZIONI DELL'OCEANIA

tatau example
Esempio di disegno
E non finisce qui: perchè l'Oceania non ha solo il pe'a samoano, ma anche la tradizione della Polinesia Francese, soprattutto nelle Isole Marchesi, l'arcipelago più conservatore tra quelli che compongono il territorio d'oltremare francese.
Qui in Polinesia Francese i tatau, o moko nella lingua delle Isole Marchesi, non rappresentano un pipistrello ma, in genere, denti di squali (niho mano), tartarughe, punte di lance o onde dell'Oceano, considerato la meta finale di ogni uomo dopo la morte.

A volte poteva capitare, soprattutto nell'Isola di Tahiti (Arcipelago delle Isola della Società), che il tatuaggio includesse immagini di canoe (lo strumento con cui gli antenati dei Polinesiani, i Lapita, raggiunsero le isole), mentre nelle Isole Marchesi erano frequenti le immagini dei Tiki, semi-dei presenti anche nella tradizione dei Maori della Nuova Zelanda.

Traditional tatau
Tipico tatuaggio Polinesiano. Le forme non devono aver
troppo ispirato i primi missionari giunti in Polinesia
Anche qui, nella Polinesia Francese, il tatuaggio rappresentava il passaggio all'età adulta e l'onore di un uomo, e anche qui, la tradizione, nonostante tutti i cambiamenti imposti, non è andata persa, anzi: prima che la fiera Oceania abbandoni uno dei suoi più grandi patrimoni culturali, di cui essa stessa è patria, ne passeranno di generazioni di tatuatori e di tatuati...

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