Wednesday, April 8, 2015

Gauguin in Polinesia: un artista alla ricerca della vera bellezza in Oceania

Una lunga avventura alla ricerca della natura incontaminata e della semplicità, un viaggio indietro in un'epoca ormai persa nell'oceano del tempo, per immortalare la vita, quella autentica, nell'arte.
Forse è questo il modo migliore in cui definire l'esperienza di Paul Gauguin in Polinesia, prima a Tahiti e poi a Hiva Oa, dove il pittore trascorse più di un decennio della sua vita e dove trovò ispirazione per i suoi quadri migliori.

   
"Fatata Te Miti", 1892
Paul Gauguin, uno dei più influenti pittori francesi della storia, approdò per la prima volta in Polinesia, a Tahiti, nel 1890, per allontanarsi da tutto ciò di "artificiale e convenzionale".
Tuttavia Tahiti, la principale tra le Isole della Società, uno dei 4 arcipelaghi della Polinesia Francese, lo deluse: considerandola troppo europeizzata, il pittore la abbandonò per tornare in patria, dove per l'ennesima volta fallì nel tentativo di emergere come artista.

Decise quindi di tornare nuovamente a Tahiti, stabilendosi questa volta in una piccola tenuta poco fuori dalla capitale Papeete, dove avrebbe potuto dipingere (e, da quegli anni, anche scolpire) in pace. A questi anni risale forse il suo dipinto di maggior importanza, cioè "Da dove veniamo, chi siamo, dove andiamo?", ultimato nel 1897: da leggersi da destra verso sinistra, seguendo quindi immagini di nascita, vita e morte, esso è ricco di significati non solo a livello religioso ma anche esistenziale più in generale.


Nel 1900, Gauguin si trasferì nuovamente, rimanendo tuttavia all'interno della Polinesia Francese: abbandonò Tahiti, la cui "occidentalizzazione" gli aveva impedito di trovare quella naturalezza e quella semplicità primordiali che ormai la colonizzazione francese aveva cancellato, facendo rotta verso Hiva Oa, Isole Marchesi.
Qui la situazione non era tuttavia radicalmente diversa: l'isola, come da prevedersi, era controllata politicamente dai Francesi e culturalmente dai missionari cattolici, che avevano il monopolio dell'istruzione.
Gauguin fu inizialmente diplomatico e riuscì a inserirsi bene in questo contesto. Si costruì una casa, che sopravvisse al violento uragano che colpì le isole a inizio secolo, e la decorò internamente con una collezione di 45 fotografie a sfondo pornografico.

I Raro Te Oviri (Sotto il Pandano), 1891
Nel giro di poco tempo, la sua opposizione alla politica razzista del governo francese, il suo incoraggiare gli studenti dei missionari ad abbandonare la scuola per "liberarsi" dalla cultura europea  e i figli che ebbe al di fuori del matrimonio con una donna locale lo misero in contrasto con le autorità religiose e politiche locali, tanto che Gauguin fu incarcerato nel 1902.
Morì lo stesso anno, dopo un lento declino nella sua salute iniziato già dalla fine del secolo precedente, a causa della sifilide.

A Gauguin sono dedicati un museo a Tahiti e un centro culturale ad Atuona, la cittadina di Hiva Oa che lui era solito frequentare.

Manao Tupapau
(Lo spirito del morto che osserva), 1892
Nel complesso, la vita di questo artista, nelle sue opere e nelle sue azioni, è stata una continua ricerca di un luogo puro, semplice e immerso nella natura, che si potesse rappresentare con un'arte altrettanto semplice ed essenziale.
La Polinesia, luogo che rappresentava, perlomeno secondo i miti che correvano in Europa, la vita originaria degli uomini liberi e disinibiti dell'Eden, riuscì ad accontentare le ambizioni del pittore solo in parte, ma quel lato ancora esotico, affascinante e incontaminato di essa, sebbene non fosse più predominante, fu comunque di ispirazione per uno degli artisti più significativi dell'800.

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