Nauru

Nauru, o Naoero, è la più piccola repubblica indipendente del mondo, un'isola corallina e rocciosa di 21 kmq situata nell'Oceano Pacifico Sud-occidentale.
Benché sia quasi sconosciuta, Nauru è una terra che ha molto da raccontare, a partire dalla coesistenza pacifica di etnie che provengono da ogni angolo del Pacifico: ma, probabilmente, Nauru ha ancora più cose da insegnarci.
Un tempo nota come l'isola più lussureggiante dell'Oceania, fu infatti sfruttata fino all'inverosimile per le sue miniere di fosfato, fino a quando la ricchezza non si esaurì, lasciando in mano ai 10mila Nauruani un'isola e una società disastrate, ma che ancora non si sono arrese.

Bandiera di Nauru

Popolazione: 9450
Capitale: Yaren (800 ab.)
Macroregione: Micronesia
Status politico: Repubblica Parlamentare

                                 Storia di Nauru
Nauru fu inizialmente abitata da popoli Micronesiani, che raggiunsero le coste isolane attorno al 1500-1000 a.C., e vissero per molti secoli praticando un'economia di sussistenza basata sulla pesca, l'agricoltura e l'allevamento di pesci nella laguna di Buada.
La convivenza dei popoli all'interno dell'isola fu quasi sempre pacifica, anche se la popolazione era divisa in 12 tribù, che ancora oggi sono rappresentate nella stella a 12 punti della bandiera nazionale.

L'estremo isolamento di questa minuscola isola fece sì che i primi europei, per la precisione gli inglesi, la raggiunsero solo nel 1798. Contrariamente a ciò che accadde in molti altri luoghi, la popolazione assunse verso i bianchi un atteggiamento molto curioso e accogliente.

Missionario a Nauru
Un missionario tra gli indigeni, 1916
L'introduzione da parte dei commercianti e dei balenieri europei dell'alcool e delle armi da fuoco condusse, nel 1878, ad una sanguinosissima guerra tribale che vide morire un terzo degli abitanti: nel 1888, la Germania annesse Nauru come protettorato e, vietando l'alcool e le armi da fuoco sull'isola, pose fine al conflitto.

Dopo trent'anni come colonia tedesca, Nauru passò all'Australia alla fine della prima guerra mondiale e visse gli anni più difficili della sua storia durante la seconda guerra mondiale.
Occupati dall'Impero del Giappone nel 1943, gli indigeni dell'isola vennero quasi trattati come gli ebrei della Germania nazista: 1200 furono deportati negli altri territori giapponesi per fornire di manodopera l'esercito dell'Asse, e una quarantina di malati di lebbra furono imbarcati a forza su canoe e spediti nel mezzo dell'Oceano, condannati all'annegamento per evitare contagi che avrebbero afflitto le truppe d'occupazione nipponiche.
I Giapponesi, assediati dalla marina australiana, fuggirono nel settembre del '45.

Cannone a Nauru
Un vecchio cannone, retaggio
della guerra
Dopo la guerra, Nauru ottenne l'indipendenza nel 1968 e iniziò a sfruttare intensamente i giacimenti di fosfati, scoperti già da un cinquantennio: l'attività estrattiva rese i Nauruani il popolo più ricco della Terra durante gli anni '70 e '80, ma lo sfruttamento selvaggio dell'ambiente e l'esaurimento dei fosfati distrusse molto presto il mito dell"'Emirato del Pacifico". Entrata in crisi negli anni '90, Nauru è stata definitivamente dichiarata in bancarotta nel 2001, e tutt'ora è tra le nazioni più povere dell'Oceania.

Porto dei Fosfati, Nauru
Lungo queste travi, un tempo,
attraccavano le navi che avrebbero
poi imbarcato i fosfati estratti
                      
                       Geografia & Ambiente dell'isola di Nauru 
Nauru è un'isola dalla forma che ricorda quella di una patata, interamente costituita da roccia di corallo e sedimenti minerari come i fosfati, e circondata lungo tutto il perimetro da una fertile barriera corallina.

La moderna Nauru, tuttavia, ha ben poco a che vedere con la Nauru che il mondo conosceva fino alla metà del '900: soprannominata "Pleasant Island" (isola lussureggiante) dai primi navigatori europei, l'isola è stata completamente trasformata, e non certo in positivo, dallo sfruttamento minerario.

Oggi, le uniche zone fertili dell'isola sono la stretta fascia costiera e le terre presso la laguna di Buada.

Buada Lagoon
La laguna di Buada
Il rimanente 80 % del territorio è lasciato agli arbusti, o più frequentemente, a delle vere e proprie foreste di "pinnacoli", ovvero delle formazioni rocciose, talvolta a forma di torre, residuo dell'attività estrattiva: i pinnacoli di Nauru saranno anche unici al modo, ma nessuno si è scordato che un tempo, al posto di questo paesaggio desolato e inabitabile, cresceva una delle foreste più ricche dell'Oceania.

Il programma di recupero che il governo ha preparato con l'aiuto delle Nazioni Unite ha l'obiettivo di recuperare i danni subiti dall'entroterra Nauruano, con l'auspicio di favorirne uno sviluppo sostenibile.

Pinnacoli del fosfato
I famosi "pinnacoli" di Nauru
La fauna e la flora dell'isola hanno pagato a caro prezzo le attività umane, tanto che le specie di piante attualmente censite sono solo una sessantina, mentre si stimava che agli inizi del secolo scorso fossero molte di più.

Danni ancora più gravi, probabilmente, sono quelli subiti dalle popolazioni di uccelli: un tempo tappa molto frequentata dagli uccelli migratori del Pacifico centrale e meridionale, che dopo migliaia di chilometri di oceano potevano approdare in un territorio fertile e ricco di cibo, Nauru vanta oggi poche specie di uccelli che nidificano, di cui solo uno, l'Acrocephalus rehsei, in inglese "Nauru Reed Warbler", è endemico.
Il Reed Warbler, tra i pochi superstiti, è quindi uno dei simboli della fauna nazionale.

 Nauru reed warbler
Cartolina rappresentante
il Reed Warbler di Nauru
Ancora abbastanza ricca è invece la fauna acquatica: mentre nel mare aperto si possono trovare balene di media taglia, delfini, squali e tonni, nelle acque della barriera corallina sono numerose le specie di molluschi.

Il clima è caldo e molto ventilato, con temperature costanti e occasionali tempeste tropicali, benché siano numerosi anche i periodi di siccità, soprattutto da quando le foreste dell'isola sono state abbattute, lasciandosi alle spalle un terreno piuttosto arido.

                                    La capitale
Ufficialmente, Nauru non possiede una capitale. Di fatto, ricopre questo ruolo il villaggio di Yaren, che ospita la sede del parlamento e della maggior parte delle ambasciate, oltre che un campus dell'Università del Sud-Pacifico, aperto nel 1987.

                          Cultura & Società di Nauru
I Nauruani "autoctoni" discendono dai Micronesiani, dai Melanesiani e dai Polinesiani, risultando così un mix unico nell'Oceania.
Anche le etnie sono piuttosto variegate: la popolazione etnicamente Nauruana è solo il 58 %, mentre il 26 % è costituito da Polinesiani immigrati negli anni '70 e '80, soprattutto da Kiribati e Tuvalu. Numerose sono anche le comunità asiatiche ed europee.

Negli ultimi anni, il governo Nauruano ha cercato di guadagnare del denaro accogliendo profughi di guerra, soprattutto mediorientali, che chiedevano asilo politico in Australia: il "Detention Center" di Nauru, dove essi hanno trovato un alloggio temporaneo, è stato tuttavia descritto come "simile ad un campo di concentramento" per l'insufficienza delle strutture sanitarie, e nel 2013 una grave rivolta interna ha provocato danni per quasi 60 milioni di dollari.

Immagine aerea del
Nauru Detention Center
La religione maggioritaria è il Cristianesimo, soprattutto protestante, ma anche le comunità di Baha'i, Buddhisti e Musulmani sono piuttosto nutrite: a Nauru, infatti, il 10 % della popolazione è di Fede Baha'i, la percentuale più alta del mondo, mentre il Buddhismo è molto praticato nella comunità di immigrati asiatici.

La lingua ufficiale, assieme all'inglese, è il Nauruano o Nauri, che nel corso del tempo si è sviluppata al punto di avere pochissimi legami con le altre lingue della Micronesia, dalle quali si era inizialmente evoluta.

Molto popolari, sull'isola, sono gli sport, sia quelli moderni che quelli tradizionali.
Da una parte, infatti, il football australiano è quasi una religione, e anche altri sport "importati" come il sollevamento dei pesi e il tiro alla fune sono molto popolari: allo stesso tempo, pratiche antiche, come la pesca con l'aiuto delle Fregate, una specie di uccello, sono ancora diffuse e rimangono uniche al mondo.

Itte Detenamo, sollevatore di pesi
Nauruano, a Pechino 2008
La festa più importante del paese è forse il giorno di Angam, celebrato il 26 ottobre: in questa giornata, si ricordano tutte le occasioni in cui la popolazione di Nauru, per malattie o guerre, rischiò di estinguersi, per poi riuscire tuttavia a rilanciarsi, superando la soglia "fatidica" dei 3000 abitanti.
Il primo "giorno di Angam" fu celebrato nel 1932.

Infine, a causa della massiccia importazione dell'economico cibo dei fast-food, Nauru vanta il poco invidiabile primato di "nazione più obesa del mondo": nell'isola, il 95 % degli adulti è sovrappeso, e il diabete di tipo 2, con tutte le conseguenze che da ciò derivano, affligge il 40 % della popolazione.

Anibare Beach
La spiaggia di Anibare, con i tipici pinnacoli di Nauru




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