Wednesday, February 17, 2016

Sri Lanka: vita (e morte) degli elefanti accanto agli uomini

Esemplare maschio, uno dei pochi con le zanne (Fonte)
Si potrebbe parlare degli elefanti dello Sri Lanka con commoventi immagini di piccoli appena svezzati, citando i 5 parchi nazionali che il governo ha istituito per proteggerli, proponendo le foto dei viaggiatori estasiati che li accarezzano, o ancora parlando di un luogo unico al mondo come il Pinnawala Elephant Orfanage, dove gli orfani di elefante vengono cresciuti e curati per poi essere rilasciati in natura.

Oppure si potrebbe fare il contrario: partendo dalla considerazione che se esiste perfino un orfanotrofio per elefanti, allora troppi ne sono morti in natura lasciando privi di cure i piccoli, vi potrei raccontare di come le popolazioni di Elephas maximus maximus, la sottospecie nativa dello Sri Lanka, siano precipitate del 65 % in un secolo, di come molti finiscano tutt'oggi vittima del conflitto con l'uomo, o in mezzo ai conflitti dell'uomo, camminando sulle mine che ricordano la trentennale guerra civile che ha dissanguato il paese fino al 2009.

Ma io non farò nessuna delle due cose: nè la visione idilliaca nè quella disfattista, perlomeno non da sole, racconterebbero davvero la storia del rapporto tra uomini ed elefanti di questa bellissima nazione, "la perla dell'Oceano Indiano".

Giovane elefante che ha perso parte della zampa anteriore destra a causa di una mina (Fonte)
Il rapporto tra uomini ed elefanti e l'addestramento
Da molto tempo gli elefanti recitano un ruolo da protagonisti nella cultura e nella storia dell'isola, tanto che un tempo nessuna cerimonia buddhista poteva aver luogo senza di loro.

Gli abitanti, anche da prima dell'arrivo degli europei, praticavano inoltre ingegnosi metodi per catturarli (incluso usare un'elefantessa come esca per attirare i maschi con le zanne migliori), ed in seguito esportarli o addomesticarli. 
Gli elefanti esportati potevano finire in India, da dove le loro doti di animali da guerra, più spiccate rispetto a quelle del comune elefante indiano, divennero famose tanto da essere conosciute perfino dai greci.

La cattura degli elefanti, qualunque sia lo scopo, deve comunque essere seguita da uno specifico addestramento.

Nel primo periodo i loro mahout, la casta di chi lavora con gli elefanti li addestra, li privano del cibo e del sonno per fare in modo che essi non abbiano più forze per ribellarsi ai padroni: in seguito, viste le loro capacità di apprendimento e la loro attitudine a formare legami sociali stretti anche con l'uomo, possono diventare mansueti e adatti al lavoro, alle cerimonie religiose buddhiste o agli intrattenimenti, che un tempo anche includevano i combattimenti.

I soldi che oggi guadagnano alcuni spettacoli appositamente creati per i turisti non sono che la continuazione di questa tradizione, oltre che un importante introito per permettere la protezione di questi animali.

Un elefante addestrato da spettacolo per la gente, turisti e locali (Fonte)
Perchè sono in pericolo
Il principale problema che i poco più di 3000 elefanti dello Sri Lanka devono affrontare è la perdita della foresta, che è stata, e continua ad essere, frammentata a causa dell'ampliamento dei villaggi e dei campi coltivati, normale in un paese dove la densità di popolazione è doppia rispetto a quella italiana.

Gli elefanti escono più facilmente dai loro angoli (coriandoli) di foresta, perchè questi con il tempo si sono fatti sempre più piccoli e insufficienti per sostenerli, ed entrano in conflitto con gli abitanti, specialmente i contadini. La pena di morte per chi li uccide non è sempre sufficiente a scoraggiarne l'abbattimento, ed essa non è comunque di certo utile a impedire che gli elefanti calpestino le mine antiuomo rimaste, provocando, se non la morte, gravi mutilazioni.

Famiglia di elefanti cerca cibo nella spazzatura (Fonte)
Gli elefanti anarchici
Un curioso episodio di incontro, privo di conseguenze, tra un gruppo di elefanti e la gente di un villaggio dell'isola risale alle ultime elezioni, quando a Wellaveli, nello Sri Lanka orientale, gli animali hanno bloccato la strada che la gente del villaggio doveva percorrere per dirigersi a votare. La polizia riuscì ad allontanarli solo dopo alcune ore, usando dei megafoni, per poter permettere alla gente di dirigersi al seggio.

Il simbolo di una lotta coraggiosa
«Dobbiamo chiedere scusa» ha detto di recente Omalpe Sobitha Thero, sacerdote del Buddhismo che ha dedicato una cerimonia agli elefanti morti, di fronte a 359 zanne che poi il governo dello Sri Lanka avrebbe bruciato: «Dobbiamo chiedere scusa per queste vite innocenti spezzate dalla crudeltà di qualcuno.»
Le zanne, provenienti dal Kenya e appartenute ad esemplari della Tanzania, furono sequestrate nel 2012 presso il porto di Colombo, ex-capitale dello Sri Lanka, e sono state bruciate simbolicamente all'inizio di quest'anno, come successo prima anche in altri paesi del mondo, per dimostrare l'opposizione al commercio illegale dell'avorio, che in Africa e Asia ha decimato i pachidermi.

Piccoli di elefante (Fonte)

No comments:

Post a Comment

Che ne pensi? Lascia un commento! PLEASE DON'T POST SPAM.