Wednesday, April 2, 2014

Ma la guerra è davvero finita?

È possibile che un soldato giapponese, fuggito dalle truppe americane, rimanga nella giungla per 28 anni, ignaro della fine della guerra, vivendo in una grotta e sopravvivendo con la caccia?
Pare di sì, e di esempi ce ne sono più di uno: qui su Rive d'Oceania parleremo intanto di Shoichi Yokoi, "scoperto" nel 1972 nell'isola di Guam, territorio americano del Pacifico occidentale.
Il sergente Yokoi, del 38esimo reggimento dell'esercito, arrivò a Guam nel '43, e dopo la cacciata dei giapponesi dall'isola nel 1944, scappò nella giungla con pochi altri soldati.
Tra le defezioni e gli incidenti, dopo pochi anni Yokoi finì per rimanere solo nella foresta.

Shoichi Yokoi  
Il sergente Yokoi durante
la guerra
Il giapponese sopravvisse in una tana manualmente preparata nel fitto della foresta, tessendosi i vestiti, cacciando, nascondendosi dal resto degli uomini e difendendosi dai tifoni tropicali rinforzando il suo rifugio con delle canne di bambù.
Due abitanti di Guam lo trovarono per caso nel gennaio del 1972, dopo ventotto anni di "latitanza": dichiarato morto in patria, Yokoi non era mai tornato indietro perché riteneva le voci sulla sconfitta del Giappone "propaganda americana per scoraggiare l' Impero".

Yokoi's "house"
Il rifugio di Yokoi
L'ex sergente dell'Impero del Sol Levante tornò allora nel suo paese, dove comprensibilmente, considerando il patriottismo giapponese e la sua infinita dedizione alla patria, divenne un eroe nazionale, sposandosi e continuando a lavorare nell'esercito, dove insegnò ai giovani soldati a sopravvivere in ambienti ostili come la giungla.

A Shoichi Yokoi, morto nel '97, è stato dedicato anche un piccolo museo.

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