Vanuatu

Le Isole Vanuatu sono un arcipelago della Melanesia centrale, all'angolo sud-ovest dell'Oceano Pacifico.
Queste affascinanti isole vulcaniche hanno molto da raccontare e da mostrare: dalle loro coste verso l'interno le Vanuatu sono una successione di variopinte barriere coralline, piccole città di pescatori e villaggi indigeni della giungla, coloratissime specie di uccelli e vivaci picchi vulcanici a cui le isole devono la loro stessa esistenza.
Un'altra curiosità: se vi siete mai domandati dove sia nato il bunjee-jumping, ebbene, questo popolare sport trae le sue origini proprio dalle Vanuatu.

Bandiera delle Vanuatu
Bandiera delle Isole Vanuatu

Popolazione: 245 000 circa
Capitale: Port Vila (47mila ab.)
Macroregione: Melanesia
Status politico: Repubblica parlamentare

                                                                                Storia di Vanuatu
La storia umana dell'arcipelago inizia attorno al 3000 a.C., quando i primi navigatori Austronesiani, provenienti dall'Indonesia e già stanziati nel sud della Papua Nuova Guinea e nelle Isole Salomone, fondarono comunità stabili lungo le coste delle isole maggiori. In ogni caso, è probabile che già alcuni millenni prima, altri Austronesiani avessero visitato per brevi periodi le selvagge Vanuatu.

Verso il 1300 a.C., anche le Vanuatu furono influenzate dalla cultura dei Lapita, un popolo anch'esso di origine Austronesiana che, dalla zona della Nuova Guinea, si stava espandendo nella Polinesia e nella Melanesia.

    Teouma site
Lo scavo archeologico di Teouma
Le tracce principali dei Lapita, fatta eccezione per qualche raro frammento di ceramica simili a quelli rinvenuti a Fiji o a Samoa, si trovano nel sito archeologico di Tèouma, nell'isola di Efatè. In questo cimitero gli scavi hanno riconsegnato alla luce 25 scheletri datati al 1000 a.C., appartenenti a popolazioni Lapita.

Nei secoli che seguirono i Ni-Vanuatu, gli abitanti delle isole, condussero una vita molto semplice e iniziarono a dividersi in tribù, ognuna delle quali con un proprio dialetto e con una propria indipendenza.
Nei villaggi delle isole, la conoscenza era tramandata oralmente, ed è proprio così che sono giunti a noi due testimonianze che riguardano la storia delle Vanuatu tra il 1300 e il 1500 d.C: la catastrofica eruzione di un vulcano durante la metà del '400 (probabilmente quello sottomarino di Kuwae) e le imprese di Roi Mata, un capo-villaggio che riunì per alcuni anni sotto il suo regno alcuni territori dell'isola di Efatè prima di essere avvelenato dal fratello. La sua tomba è oggi patrimonio dell'umanità UNESCO.

Gli europei si affacciarono per la prima volta alle isole nel 1606, quando Pedro Fernandez de Queiros, un navigatore portoghese, avvistò l'attuale isola di Espiritu Santo, immaginando fosse un misterioso e disabitato continente che si trovava al sud del mondo, ma non approdò mai.
Di nuovo le isole a nord dell'arcipelago furono avvistate da Louis-Antoine de Bougainville nel 1768, ma la vera esplorazione delle Vanuatu, nonché il primo approdo, si deve a James Cook, che nel 1774 mappò l'arcipelago, nominando le isole "Nuove Ebridi".

Ni Vanuatu and Europeans
Rappresentazione di un contatto tra europei e nativi Ni-Vanuatu: spesso gli incontri non furono pacifici.

L'800 fu un secolo di grande fermento: nonostante lo stile di vita locale rimase sostanzialmente lo stesso, le spinte al cambiamento, soprattutto dall'esterno, furono parecchie. Prima arrivarono i missionari che avevano l'obiettivo di convertire i Ni-Vanuatu al Cristianesimo, poi i coloni francesi e inglesi interessati alla manodopera locale da (de)portare in Australia o alle piantagioni di cocco e sandalo.

I francesi, stanziati nella Nuova Caledonia, cercarono di includere le Vanuatu nella loro sfera di influenza colonizzando la zona dell'attuale capitale Port-Vila, che loro chiamarono Franceville, "città di Francia". Anche gli inglesi, stanziati nelle vicine Salomone, cercarono di fare lo stesso.
Il risultato fu un'eccezione straordinaria a livello storico: tra il 1906 e il 1980, l'anno dell'indipendenza, le Vanuatu furono governate da un "condominio" francese e inglese. Nelle isole erano messe in pratica contemporaneamente sia le leggi francesi che quelle inglesi, erano ufficiali entrambe le lingue e il governo era spartito. Le tensioni etniche portarono poi al dissolvimento del sistema coloniale e, dopo alcuni brevi conflitti, le Nuove Ebridi ottennero l'indipendenza, tornando finalmente a chiamarsi "Vanuatu".

Nel marzo 2015, un violento ciclone, Pam, ha devastato le isole provocando decine e decine di morti, migliaia di sfollati e ingenti danni all'economia e alle infrastrutture dell'arcipelago. c

                    Geografia & Ambiente delle Isole Vanuatu
Blue lagoon Vanuatu
Laguna nella foresta di Espiritu Santo Island


L'arcipelago si raggruppa in 83 isole complessive, distribuiti in una forma che ricorda quella di una fionda, a circa 1750 km dall'Australia e poco di più dalla Nuova Zelanda.
Le isole maggiori sono Espiritu Santo, Malakula, Pentecoste e Ambrym nell'area centro-settentrionale, e Tanna, Erromango ed Efatè nell'area centro-meridionale. Su Efatè si trova inoltre la capitale, Port-Vila.
La conformazione delle isole, tutte di origine vulcanica, è piuttosto simile: le isole sono montuose o almeno collinari, ricoperte da un'intricata vegetazione e circondate da barriere coralline che digradano velocemente verso i fondali dell'Oceano Pacifico.

La cima più importante è il difficile Monte Tabwemasana, che svetta lungo la costa occidentale di Espiritu Santo.

L'origine vulcanica delle isole è ancora ben visibile tutt'oggi, visto che i vulcani attivi, sia sottomarini che in superficie, sono moltissimi.

Lopevi Island   
L'isola di Lopevi, oggi disabitata
Ad esempio, su Tanna c'è il Monte Yasur, sull'isola di Ambae il monte Lombenben e addirittura un'intera isoletta, Lopevi, è esclusivamente costituita dalle pendici del suo vulcano, assumendo così dal mare una minacciosa forma conica che spesso, con colonne di fumo ed esplosioni, richiama la propria potenza: Lopevi, infatti, ha eruttato 22 volte dal 1862 ad oggi.

Orchidea - Vanuatu
Dendobrium Mooreanum,
un'orchidea delle Vanuatu
La fauna e la flora delle Vanuatu sono abbastanza ricche, anche se un po' meno rispetto ad altri luoghi del Pacifico come la Papua Nuova Guinea.
Un amante della natura non potrà comunque essere deluso dalle isole: le foreste accolgono centinaia di specie di piante, decine di felci e di orchidee.
Tra gli esemplari endemici ci sono le palme, di varie dimensioni e numerose lungo le coste.

La fauna di terra include un discreto numero di insetti, alcune decine di rettili, di cui 19 endemici, e anche alcuni mammiferi, soprattutto pipistrelli.
Come accade indistintamente in tutta l'Oceania, gli uccelli sono i principali rappresentanti della fauna di terra: solo a Espiritu Santo è possibile trovarne 55 specie diverse, inclusi pappagalli, sule, martin pescatori e anche piccoli passeri.

Martin Pescatore a Vanuatu
Un martin pescatore a Vanuatu (easyviaggio.com)

La fauna marina delle isole è ancora più vivace e variegata: 4000 specie di molluschi, 300 specie di coralli e 450 specie di pesci! Inoltre, nelle acque delle isole come Epi e Tanna, nella parte sud delle Vanuatu, si possono trovare i dugonghi.

Cernia - Vanuatu
Una cernia e un seguito di piccoli pesci 

L'ecosistema tropicale delle isole, come spesso capita nei paesi di quello che si è soliti chiamare "il terzo mondo" è messo in grave difficoltà dall'arrogante sfruttamento delle foreste e delle risorse ittiche, dovuto soprattutto alla mancanza di regole certe e dalla crescita della popolazione che non viene però accompagnata da piani di conservazione. Nonostante la deforestazione sia un problema piuttosto sentito, l'ambiente isolano resiste e continua a offrire spettacoli inimitabili.

                         La capitale: Port Vila
La capitale delle isole Vanuatu, fondata lungo un porto naturale a sud dell'isola di Efatè, ospita circa 46 000 abitanti. Abitato da molti millenni, il sito dell'attuale Port Vila fu colonizzato dai francesi (tutt'ora, dopo il bislama, la lingua più parlata dai suoi abitanti è il francese), ed è oggi diventato un centro turistico di discreta importanza. La zona moderna si trova attorno al porto, ma a fianco dei piccoli hotel e dei moderni palazzi del governo è possibile ancora trovare i negozi di manifattura tradizionale e i grandi mercati della frutta e del pesce dove si recano migliaia e migliaia di acquirenti, non solo Ni-Vanuatu.


                      Società e cultura delle Vanuatu


People of Vanuatu
Ni Vanuatu nei loro vestiti
Non c'è da stupirsi nello scoprire che anche a Vanuatu, come nel resto dell'Oceania, il patrimonio culturale è enorme.
Le isole sono piuttosto omogenee dal punto di vista etnico: le numerose tribù sono accomunate dall'origine melanesiana, mentre a Port Vila ci sono piccole minoranze di europei che rimasero qui dopo l'indipendenza e di asiatici intraprendenti.

La cultura melanesiana si distingue, come d'altronde anche quelle della Micronesia e della Polinesia, per la centralità della comunità rispetto al singolo individuo. In ogni villaggio, ad esempio, si trova un nakamal, una capanna utilizzata per le riunioni degli abitanti e anche per feste e celebrazioni. I nakamal di Vanuatu ricordano molto i maneaba di Kiribati, Tuvalu e Tokelau o i fale tele delle Samoa.

Cattedrale a Port Vila
La Cattedrale Cattolica del
Sacro Cuore, Port Vila, è
dedicata a Giovanna d'Arco
Anche la religione presenta un panorama omogeneo ma allo stesso tempo interessante: la larga maggioranza dei Ni-Vanuatu ha accettato la conversione al Cristianesimo, e oggi le confessioni protestanti, seguite in modo abbastanza devoto, sono largamente le più diffuse, ma la religione è intrecciata con un legame indissolubile al cuore animista dei Melanesiani: non è raro dirsi Cristiani e al contempo onorare gli spiriti dei propri antenati.

Tra le minoranze, oltre ai Musulmani, ai Testimoni di Geova, ai Buddhisti e ai Baha'i ci sono anche due movimenti religiosi molto curiosi, che nell'isola di Tanna raggruppano poche centinaia di individui. Uno è il movimento "John Frum", ispirato a un europeo anti-colonialista che agli inizi del '900 approdò a Tanna, invitando gli abitanti a respingere la cultura europea e il Cristianesimo e venendo così considerato una sorta di salvatore delle tribù isolate che erano in forte contrasto con le potenze coloniali.
L'altro movimento è invece diffuso nella piccola tribù degli Yaohnanen: nelle loro leggende, infatti, un uomo dalla pelle bianca, "figlio dello spirito della montagna" sarebbe arrivato a Tanna in compagnia di una donna molto bella. Quando il Principe Filippo visitò le isole in compagnia della Regina Elisabetta, i nativi lo identificarono con il Dio della leggenda, e tutt'ora, sebbene in pochi, lo credono una divinità.

La ricchezza maggiore è probabilmente quella linguistica: la densità di lingue a Vanuatu è la più alta del mondo, poiché nel piccolo arcipelago sono tutt'ora parlate 113 lingue indigene, alle quali vanno sommate le tre ufficiali: l'inglese, il francese e il bislama, un creolo che ha "preso in prestito" il 95 % dei suoi vocaboli dall'inglese, unendoli ad una grammatica di base Melanesiana.

Sand Drawing Vanuatu
Un disegno su sabbia 
L'arte Vanuatuana è dentro al cuore di ogni abitante delle isole ed è molto ricca e variegata, tanto da aver ottenuto riconoscimenti straordinari anche a livello internazionale.
Importante è la scultura sul legno, dalla produzione di maschere agli strumenti musicali (soprattutto percussioni), ma l'arte più interessante è il disegno su sabbia, patrimonio culturale tutelato dall'UNESCO e diffuso in tutto l'arcipelago.

Santo Island, Vanuatu
La costa orientale di Espiritu Santo, villaggio di Hog Harbour


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